Cosa vedere a Gravina

Gravina è un città della Puglia, in provincia di Bari, di circa 45.000 abitanti. Situata a 350 metri sul livello del mare e a circa 60 km da Bari, confina a sud con la Basilicata. Si trova tra il pre-Appennino lucano e la Murgia. Il nome “Gravina” proviene dalle gravine: spaccature della crosta terrestre simili a canyon, difatti, parte della città si estende sulle sponde di un crepaccio profondo, molto simile ai canyon, scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina, affluente del Bradano, da cui prendono il nome le famose gravine della Murgia, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose cavità carsiche, come il Pulicchio di Gravina.

A 6 km dal suo centro abitato, si estende il bosco comunale “Difesa Grande“, uno dei più importanti complessi boscati dell’intera Puglia, sito di importanza comunitaria. Gravina è, inoltre, uno dei 13 Comuni che compongono il territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia (tra l’altro ospita la sede dell’Ente Parco), una vasta area di 68.077 ettari caratterizzata da un territorio carsico e una potente espressione della natura, che nel corso dei secoli hanno subito l’opera antropica, sempre però rispettosa dei luoghi. Masserie, jazzi, neviere, muretti a secco si stagliano su un paesaggio che vanta una delle più incredibili varietà di specie faunistica e vegetale.

Basilica cattedrale di Santa Maria Assunta

Basilica minore dedicata a Santa Maria Assunta, fu costruita dai Normanni alla fine dell’undicesimo secolo e ricostruita ed ampliata alla fine del Quattrocento; essa fu infatti distrutta tra il 1447 e il 1456 a seguito prima di un incendio e poi di un terremoto che sconvolse l’intera regione. Ha tre navate divise da colonne con capitelli tutti diversi tra loro, è ricca di altari marmorei policromi di inizio Settecento. Si ammirano il Fonte battesimale, una statua di San Michele del 1538 in mazzaro, un Coro in noce di fine ‘500, una Pala in pietra del 1536, un Crocifisso ligneo del XVI-XVII secolo e un organo con 2135 canne. Il soffitto è in legno dorato arricchito da 5 quadri. Affascinante anche il soccorpo della cattedrale.


Chiesa di Santa Maria del Suffragio (del Purgatorio)

La chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta anche del “Purgatorio”, è stata costruita come cappella funeraria della famiglia Orsini tra il 1649 eil 1654, grazie ai duchi di Gravina, Ferdinando III Orsini e sua moglie Giovanna Francipane della Tolfa, genitori di Papa Benedetto XIII. Fu dedicata a Santa Maria del Suffragio per la celebrazione di messe in suffragio delle anime del Purgatorio. Caratteristico il portale d’ingresso con un timpano su cui si trovano due scheletri. La chiesa è a una navata con sette altari. Il pittore Francesco Guarini, realizzò per gli Orsini, tra gli altri quadri, la grande pala d’altare della Madonna del Suffragio, sull’altare maggiore. Attualmente la chiesa è sconsacrata. La cappella dell’Annunciazione ospita il monumento sepolcrale di Ferdinando III Orsini. Sempre nella chiesa, un pulpito ligneo del ‘700 e la cantoria con organo fu realizzato nel 1790 ad opera di Benedetto De Rosa.


Chiesa rupestre di San Michele delle Grotte e Rione Fondovito

Scavata nel tufo, è la chiesa rupestre più interessante del territorio e si affaccia direttamente sulla Gravina; anticipata da una serie di grotte, che nel corso dei secoli avranno sicuramente svolto più funzioni, la chiesa vera e propria ha pianta quadrangolare a cinque navate, sorretta da 14 pilastri in pietra naturale. La chiesa conserva parti residue di affreschi (uno con un grande Cristo Pantocratore tra i santi Paolo e Michele) e tre altari con le tre statue in pietra e gesso, seicentesche e settecentesche, dei tre arcangeli, oltre una tomba medievale ad arcosolio. Nella grotta attigua, una serie di teschi e ossa che la leggenda vuole attribuire ai martiri dell’attacco saraceno del 999, ma più probabilmente appartengono a cadaveri traslati qui nel corso del XVII- XVIII sec..

Situata nell’antico rione Fondovico o Fondovito, l’8 Maggio di ogni anno è luogo delle celebrazione della Festa di San Michele delle Grotte a ricordo della leggendaria apparizione di San Michele in una grotta di Monte Sant’Angelo. In questa occasione gli abitanti del quartiere addobbano le vie con i cosiddetti “balloni”.

Museo Fondazione Ettore Pomarci Santomasi

La Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi”, sita nel cuore della città antica, fu eretta in Ente Morale nel 1920, appena tre anni dopo la morte del Barone Pomarici Santomasi che fece dono alla sua città del suo Palazzo e dei Beni in esso contenuti perchè divenisse Museo e Biblioteca. Al pian terreno trovano ospitalità le sale destinate agli abiti d’epoca della famiglia e alle maioliche. Di assoluto interesse artistico, la Cripta di San Vito Vecchio, grande esempio di arte rupestre medievale, qui ricostruita nel 1968, dopo lo stacco da una chiesa rupestre locale.

Al primo piano, l’Appartamento rappresenta un esempio di vita vissuta della famiglia Pomarici Santomasi, disposto in sette sale, con mobilio in stile barocco, per lo più del seicento e settecento napoletano. Al secondo piano, il Museo ove si trova una collezione Archeologica con importanti e preziose collezioni di ceramiche e reperti bronzei scoperti negli scavi eseguiti sull’area di Botromagno datati dal VII al III sec. a. C.. Questa collezione include più di 2000 preziosi reperti con una rilevante importanza storica in quanto danno la possibilità di tracciare le fasi principali del processo di insediamento umano nel territorio di Gravina, a partire dalle origini. La Pinacoteca annovera circa 263 tele. Emerge per valenza artistica ed espressiva, a livello regionale ed oltre, il ” San Sebastiano” di Ludovico Carracci del 1599, oltre alla “Madonna col Bambino” e la “Disputa di Gesù tra i Dottori”. Notevoli anche gli ovali raffiguranti le “Allegorie dei quattro Continenti”, attribuibili a Saverio Persico. La Collezione di armi e cimeli militari posseduta dalla Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” di Gravina può essere divisa in tre differenti nuclei omogenei. Il nucleo più antico, e più importante, è costituito da armi e divise borboniche databili tra il 1832 ed il 1850. La seconda sezione contiene le armi e le divise italiane comprese nell’arco cronologico tra il 1860 e la fine del secolo. Infine la terza sezione si riferisce alle armi italiane e austriache e alle reliquie utilizzate nella Prima Guerra Mondiale. Poi una importante sezione di Numismatica, con monete che risalgono fin al periodo magno greco, quando in loco si batteva monete.

Complesso rupestre delle Sette Camere

Risale, presumibilmente, agli ultimi secoli dell’Alto Medioevo. Frutto dell’escavazione artificiale in un banco di tufo, si articola in diversi vani e si trova sul versante ovest della Gravina.

Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Uno dei parchi più estesi e affascinanti d’Italia; istituito nel 2004, è una area naturale protetta situata tra le province di Bari e di Barletta-Andria- Trani che comprende 13 comuni. La sede dell’Ente Parco è a Gravina in Puglia. Un parco rurale che vanta un’incredibile varietà di flora e fauna e che trova ricchezza anche nel suo patrimonio di tracce antropologiche, dalle tante masserie, agli jazzi, alle neviere, ai muretti a secco sino alla sua testimonianza più importante, il federiciano Castel del Monte, sito Patrimonio Unesco.

Il territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia è stato plasmato nei millenni dalle forze dell’erosione. Il canyon di Gravina in Puglia, che scende verso Matera e il Bradano, segna il confine sud-occidentale dell’area protetta. Nei pressi di Altamura sono invece le impressionati doline carsiche del Pulo, superate per profondità dal Pulicchio di Gravina (100 metri). Anche se il paesaggio del Parco è stato modificato nei secoli dall’uomo, l’Alta Murgia conserva una fauna e una flora di grande interesse, con spazi infiniti e colori della natura dove camminare e immergersi, passeggiare in bici o in cavallo. Tra le cose più interessanti da visitare vicino Gravina, il complesso del Bosco Pantano, con la Masseria Pellicciari e il relativo Jazzo (detti anche “Pantano”), il Pulicchio di Gravina e la Rocca del Garagnone.

Ponte Acquedotto Viadotto della Madonna della Stella

E’ una costruzione a doppia arcata, iniziata nel 1743 e completata nel 1778, finanziata dai Duchi Orsini. Nacque come viadotto per raggiungere il Santuario Mariano della Madonna della Stella e come acquedotto per approvvigionare la città con acqua proveniente dalla fonti a nord della città, sant’Angelo e san Giacomo, ancora attive. Divenuto ormai simbolo di Gravina, collega scenograficamente le due sponde del burrone, permettendo di raggiungere l’area archeologica e rupestre di Padreterno e Botromagno.